Vigilia di qualcosa di nuovo. Ricomincio da tre.

Cari amici, ci siamo. Mancano poche ore e salteremo nel 2018. Ci sarà la valanga di oroscopi e di predizioni, di riepiloghi di tutto quello che è successo e di quello che succederà. La lista dei buoni propositi e i baci a mezzanotte. Ci sarà tutto questo o forse non per tutti.

Cosa sarà il 2018 per me? Non lo so, come nessuno di noi può saperlo, però so cosa ho imparato nel 2017 e questo si mi servirà nel nuovo anno. Torniamo all’inizio dell’anno per un minuto, il 9 gennaio vi parlavo della mia parola dell’anno e mentre scrivevo quelle cose non mi aspettavo davvero cosa sarebbe successo.

Era un periodo in cui non mi sentivo bene fisicamente, infatti quel Capodanno lo passai a casa mezza malata. Feci fatica anche a brindare! Però mi aspettavo di far finire quel periodo di malessere che durava da un po’ (fatidica influenza e altre cose) e soprattutto avevo grandissimi progetti.

Ma qual’era la mia parola dell’anno? SPAZIO! Ah si ora farò posto per tante cose nuove, nuova vita, nuovo lavoro, nuova casa (questo era a lungo termine, ma ci pensavo seriamente!) e invece…E invece ho avuto mooolto più spazio di quanto mi aspettavo. Ho iniziato con il decluttering di Marie Kondo svuotando armadi e scaffali in camera mia, ma non sapevo che tutti i miei grandiosi progetti sarebbero letteralmente saltati in aria.

la parola dell’anno tu la interpreti in un modo, ma lei si interpreta come le pare e fa tabula rasa

Si perché la parola dell’anno tu la interpreti in un modo, ma lei si interpreta come le pare e fa tabula rasa, agisce non solo su di te ma su tutto quello che ti circonda, cose e persone. Quindi io mi sono ritrovata con la camera più libera, diversi oggetti indispensabili per il mio lavoro che mi stavano abbandonando ma soprattutto con la sfera personale notevolmente sgomberata di una presenza importante su cui io avevo contato e che avevo incluso in alcuni dei miei grandi progetti.

Ecco ora si avevo tanto spazio, mio malgrado! Questo non era stato programmato, è come quando ti convertono la patente in coriandoli proprio all’inizio di un viaggio e tu devi riorganizzare tutto, cambiando mezzo di trasporto, rivedendo i tempi, i percorsi, le tappe, cosa portare con te e cosa lasciare. Per farlo ci ho messo circa 6 mesi (solo per la riorganizzazione mentale intendo), na cosetta!

Ho macinato chilometri al parco vicino casa mia, visto che la testa non andava facevo andare i piedi. Ho iniziato a scegliere di più! Solo caffè Illy, solo in alcuni bar che mi piacevano. Solo cibi che mi piacevano (mia madre ci stava diventando matta!). Ho ascoltato tanta musica rilassante, di meditazione, suoni della natura eccc… Ho fatto progetti solo per me, fermando di fatto tutto il lavoro.

eravamo Io, Me e la Sottoscritta. Come diceva Troisi “Ricomincio da tre!”

Con la primavera e poi l’estate ho ricominciato a risvegliarmi e a capire che tutti quei progetti che avevo fatto dovevano solo essere rivisti alla luce di tutto lo SPAZIO che ora avevo a disposizione: eravamo Io, Me e la Sottoscritta. Come diceva Troisi “Ricomincio da tre!”

Oramai mi stavo abituando a questa nuova indipendenza, ma se SPAZIO doveva essere, volevo che lo fosse sul serio! Quindi in estate sono partita da sola in vacanza, in un posto non troppo turistico, un paesino della Sardegna e…ragazzi, che meraviglia!

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Al mio rientro avevo mille progetti e mi sono messa subito al lavoro (ammetto che qualcosa lo avevo iniziato già prima di partire) ma ecco che la benedetta parola mi prendeva di nuovo a spallate e chiedeva altro SPAZIO, stavolta per la calma, per la salute, per dei ritmi tranquilli. Nel pieno dell’autunno con la nuova collezione da promuovere e il Natale quasi alle porte il mio fisico non mi assisteva, grande stanchezza e grande fatica a fare tutto. Ogni cosa prendeva grande spazio nelle mie giornate perché non ero a mille come avrei dovuto o voluto essere.

Anche questa volta ho dovuto dilatare il tutto, allargare i tempi e gli spazi tra una cosa e l’altra.
La parola SPAZIO mi sta ancora accompagnando, mi sussurra che non ha ancora finito, che non posso andare ancora oltre, che non tutto è stato pulito e liberato.
Può darsi, o forse mi sono solo abituata a questo periodico repulisti e ora ho solo paura di dover ricostruire.
Ve lo dirò nel 2018,  nel prossimo post con la nuova parola dell’anno, mercoledì 3 gennaio, si avete letto bene dal 2018 i post usciranno di mercoledì.

Come è stato il vostro 2017? Cosa vi ha insegnato? Scrivetelo nei commenti.

Buon tutto!

3 commenti

  1. Arianna dice:

    Carissima Conny, tramite mia sorella Katiuscia ho ricevuto due tue creazioni. E così mi sono ritrovata a leggere il tuo blog.
    Le tue creazioni sono piene di luce, luce che dai tu nell’atto stesso creativo, luce propria che l’oggetto irradia nella sua completezza finale e luce data da chi lo riceve, che ha occhi per cogliere un piccolo capolavoro. Un grande abbraccio e continua sempre! Arianna

    1. Arianna, grazie, sono contenta che arrivi luce. Ma sai bisogna anche avere gli occhi adatti per poterla vedere. 🙂

  2. Marta dice:

    ciao Conny, ti trovo sempre un po’ ovunque nei commenti qua e là, sui blog, sui social e mi piace sempre leggerti, sembri una persona molto speciale, anche le tue creazioni sono uniche e speciali e ti auguro con tutto il cuore che possano trovare il giusto riconoscimento
    buon 2018!

Ti va di dirmi cosa ne pensi?