Gioielli Sardi: Il Bottone.

Mia madre è sarda e fin da piccola ogni estate andavo da nonna e ci stavo almeno un mese. Per me andare in Sandegna non era tanto una roba lussuosa, ma essere immersa in una realtà completamente diversa da quella romana.

Non entrerò troppo nei dettagli della vita quotidiana, per quanto interessanti, ma questa sarditudine per me era normale, quando ero li. Mio nonno era pastore e mia nonna aveva cresciuto nove figli con grandi sacrifici e nella migliore tradizione.

In alto mio zio Paolino e mia Zia Carmela (con la tipica gonna sarda) sotto io con il costume sardo e mio cugino Michele.

Tra queste tradizioni c’era l’abito, mia nonna l’ha portato fino all’ultimo giorno della sua vita, con la gonna lunga a pieghe, il fazzoletto e tutto il resto.

Questo era il vestito di tutti i giorni, ma poi c’era il vestito della festa. Lussuoso, costoso, pieno di ricami, velluti, broccati su ogni dettaglio e a completamento c’erano i gioielli.

 

 

I gioielli nel costume sardo non sono un optional. Sia per l’uomo che per la donna ci devono essere, più sono e meglio è, e sono bellissimi, preziosi e ricchi di simbologia.

Visto che la Sardegna ha una storia, cultura e tradizione del gioiello molto vasta ho deciso di parlartene un po’ alla volta perchè ogni argomento e ogni gioiello ha una storia vasta e interessante che merita lo spazio di almeno un post.

Inoltre ti fornirò i link su cui ho approfondito gli argomenti, perchè sono davvero tanti e molto interessanti.

Ti assicuro che ti brilleranno gli occhi. Cominciamo?

Per il costume sardo una delle cose fondamentali sono I BOTTONI

Nella camicia del costume infatti raramente ci sono bottoni cuciti, ci sono per lo più le asole, all’interno delle quali vanno inseriti I bottoni. In mancanza di questi si usano le spille.

I BOTTONI hanno forma di seno (con tre diverse forme principali: conico, sferico o a melagrana) e sono diffuse più o meno in in tutta l’isola, anche se il bottone conico tende ad essere associato maggiormente alla zona del nuorese. Vengono realizzati in oro o argento lavorati con la tenica della filigrana, e in cima c’è una pietra che ricorda il capezzolo.

LA SIMBOLOGIA: Cercando in giro ho trovato che questa forma ha una simbologia ben precisa, il seno è quello della dea punica della fertilità, Tanit. In tempi in cui le cure mediche non erano a disposizione di tutti e comunque la medicina era ancora agli albori, I decessi dei bambini e dei neonati erano purtroppo molto frequenti. Il bottone era un amuleto che doveva proteggere la donna e il bambino, per questo aveva questa forma. Si diceva che di notte le streghe si avvicinassero ai bambini per succhiargli il sangue, ma il bottone, dotato della giusta pietra forniva protezione. Questa protezione proveniva dalle fate, le Janas (vedi domus de Janas in tutta l’isola) che realizzavano questi amulti magici filando l’oro e incastonando ossidiana (pietra vulcanica) per sotterrare il male e il corallo (creatura marina) per annegarlo sotto l’acqua.

LA LAVORAZIONE: La lavorazione segue anche essa una procedura ben precisa. Essendo il bottone formato da due semisfere o semiconi, si procede prima alla realizzazione dei due coni separatamente ottenuti dalla imbutitura, che darà alla lastra la forma concava. Quando saranno saldati insieme si potrà procedere alla decorazione con la filigrana e infine all’incastonatura della pietra.

Questo in parole povere.

IL COSTUME: Nel costume sardo si usano due bottoni uniti insieme che chiudono il collo della camicia. Oppure si monta il bottone su una spilla, che uguarmente chiude o decora la camicia. In alcuni casi, soprattutto nel costume dell’uomo si usa “sa buttonera”, cioè una fila di bottoni (dai 7 ai 12 che chiude la manica a partire dal polso in su).

TEMPI MODERNI: Oggi giorno il bottone è riproposto anche come anello, ciondolo e orecchino, in argento e oro, o argento placcato. La forma sempre tonda varia nella bombatura più o meno accentuata, ma il design è talmente caratteristico che si riconosce comunque sempre.

Il bottone è il bottone.

Comunque questo è niente come sempre dietro a questi oggetti c’è un mondo di tradizioni, di cultura che raccontano la società dell’epoca. Se vuoi approfondire ti lascio questo video, anche se è un po’ lungo è davvero interessante, preparati una tisana e goditelo perchè merita.

Ti aspetto sulla mia pagina Facebook per altre chicche che ho trovato on line e alla prossima puntata con i gioielli sardi.

P.S. vorrei piano piano percorrere tutta l’Italia per scoprire i suoi tesori di gioielleria, mentre per la Sardegna ho trovato facilmente tantissimo materiale, per alcune regioni non ho trovato gioielli tipici. Se ne conosci qualcuno,  magari della tua regione, puoi segnalarmelo? Ti ringrazio.