Se mi leggi da un po’ sai già che per me prevenire è meglio che curare, tenere bene un gioiello lo salva a priori, che sia uno dei miei o acquistato altrove. Quindi oggi farò un articolo il più esaustivo possibile per spiegarti come prenderti cura dei miei gioielli.
Prima di dirti cosa fare e, soprattutto, cosa NON fare, per prenderti cura dei miei gioielli, è necessaria una premessa su cosa e come sono fatti i miei gioielli.
Cosa sono i miei gioielli
I miei gioielli sono realizzati con la tecnica cosiddetta Tiffany, in Italia la chiamiamo così dal nome del suo inventore, Luis Comfort Tiffany, ma in inglese (lingua di origine) è chiamata stained glass, tradotto “vetro colorato”.
Talvolta anche gli anglofoni usano questa denominazione in maniera errata, non so se per ignoranza, perchè in questa categoria sono inclusi tutti i gioielli che hanno delle parti colorate che non sono in vetro o per vendere lucciole per lanterne. Ad esempio per indicare un effetto a vetrata, realizzato però con altri materiali, tipo gli smalti spesso è usato il termine stained glass anche se non c’è vetro.
Ma il materiale è la parte fondamentale della manutenzione di qualsiasi oggetto. Perchè a seconda del materiale saprai cosa puoi e non puoi fare.
Di cosa sono fatti i miei gioielli
Come ho spiegato varie volte i miei gioielli sono fatti con vetro, nastro di rame e stagno, poi vengono aggiunte le componenti in argento, ad esempio i perni o le monachine per gli orecchini, le basi per anelli e spille, anellini e catenine per ciondoli e collane ecc…
Come vedi materiali diversi che devono essere trattati in maniera diversa.
Da qui in poi quindi fai attenzione ai link che ti metterò perchè ti aiuteranno ad approfondire e capire meglio quello che ti dirò, ma anche a capire cosa fare.
IL VETRO
Il vetro, non è il nomale vetro di bicchieri e barattoli, è un vetro artistico, colorato e anche quando è incolore non è come quello che vedi in giro normalmente. Come ho spiegato in questo post dedicato al VETRO all’interno vengono inseriti altri minerali, ossidi, metalli ecc…. oltre a quelli standard per tutti i tipi di vetro.
Se poi è colorato, ai materiali tipici vengono aggiunti quelli che servono a dare la colorazione, e non vengono usati pigmenti ma materiali che influiscono sulla durezza, opacità, trasparenza, consistenza e peso del vetro.
A seconda del colore cambiano e in questo articolo ho messo i più comuni usati in base al colore che si vuole ottenere.
Queste aggiunte oltre a conferire un aspetto diverso rendono il vetro artistico diverso dal vetro tradizionale, in genere più resistente, più duro, con sfumature e finiture diverse. A noi interessa che oltre ad essere bello è più pratico da portare, e che indossarlo normalmente non crea grossi rischi di rottura. “Normalmente è la parola chiave”, perchè se è soggetto a urti ripetuti per via del lavoro o altro alla lunga sicuramente si romperà.
LA GOCCIA CINESE.
Ovviamente anche se più resistente del vetro tradizionale, quando è sottoposto ad urti continui e ripetuti nel tempo, soprattutto in uno stesso punto, o ad uno stress fisico esagerato, si rompe.
Alcuni esempi di cui ho avuto prova pratica.
Una mia amica ha l’abitudine di non togliere mai i gioielli “PERCHE’ MI PIACCIONO” in poco tempo, è riuscita a distruggere due anelli simili (badate bene ne ho venduti e io stessa ne ho avuto uno per anni che sono ancora intatti) perchè quando lavava i piatti, faceva le pulizie e qualsiasi altra cosa del genere non li toglieva.
Parlo di distruggere perchè li ha letteralmente polverizzati, l’unica parte ancora integra era l’argento.
L’urto continuo mentre puliva, sottoporli a caldo, freddo, sostanze chimiche come i detersivi li ha disintegrati.
Secondo esempio, anni fa feci un ciondolo su misura, a forma di mezzaluna. Questa forma è già di per se particolare e richiede particolare abilità nel taglio ed una tecnica specifica.
La ragazza era una sistemista di rete, passava molto tempo intorno a grandi server e seduta al computer, indossava il ciondolo con una catena lunga che glielo faceva pendere a circa metà del petto.
Questo è importante perchè lei ogni volta che si sedeva faceva sbattere il ciondolo sul bordo della scrivania. Bene a lungo andare questo movimento e urto sempre nello stesso identico punto hanno fatto spezzare il vetro. Il ciondolo è rimasto a forma di luna perchè la montatura lo teneva insieme, ma aveva una spaccatura nel mezzo.
Quindi il vetro è delicato?
Si e no. Dipende.
Una cosa che amo del vetro è che resiste bene a molte sostanze, difatti per produrlo occorrono fornaci molto molto calde, quindi agenti pulenti, salsedine, cloro, detersivi generalmente non lo intaccano.
La sua refrattarietà fa si che non si macchi, non scolorisca, non assorba unto, sostanze chimiche e non si sciolga facilmente con gli acidi.
Il vetro Tiffany ancora di più tende di base ad essere quindi più resistente del vetro soffiato, perchè la stesura a lastra che di solito è di almeno 3 mm di spessore se non di più, lo rende più resistente agli urti (ma fino ad un certo punto eh!).
Quindi una buona notizia, i miei gioielli, anche se di vetro non sono così fragili come si potrebbe pensare. Ma andiamo avanti perchè ci sono altri materiali da considerare.
LA MONTATURA
Quella che possiamo definire montatura, prendendo il termine dalla gioielleria, in realtà è un sottile nastro adesivo fatto di rame, che poi viene rivestito con una sottile patina di stagno (la composizione di quest’ultimo può variare, di base però ci sono sempre stagno e piombo).
A questa si aggiungono i componenti in argento 925 (fili, basi di anelli, catenine, anellini per ciondoli, basi per fermacravatta o gemelli ecc….) che acquisto già pronti o adatto a seconda delle esigenze.
Nel mio canale youtube puoi vedere le varie fasi di lavoro in particolare la ramatura e la saldatura.
La saldatura.
La saldatura serve si a tenere insieme le varie parti, ma anche a coprire il nastro di rame che è molto delicato e che soprattutto col tempo tende a scurirsi (hai presente le monetine di rame da 1, 2 e 5 centesimi che diventano marrone scuro?).
Lo stagno usato per il Tiffany è diverso da quello usato dagli idraulici, dai fabbri e da chi fa elettronica (si usa per tantissime cose).
Intanto la composizione è diversa, non contiene l’agente che serve a saldare (l’acqua salda), ma viene messo dall’artigiano e subito lavato via così da non macchiare lo stagno. Anche il saldatore che si usa è diverso, abbastanza potente da poterlo passare come un pennello, senza lasciare grumi, ma non troppo potente da bruciare tutto.
Questa fase è imporante e determina l’aspetto dell’oggetto che si va a creare. C’è chi crea uno strato spesso e bombato, chi realizza come delle gocce che creano un motivo decorativo sullo stagno. Io tendo a rimanere pulita e senza grandi sporgenze o eccessi di materiale.
E’ una scelta stilistica, che adatto e modifico a seconda del gioiello che sto creando. Ovviamente è anche funzionale, rendo più spessa la saldatura nei punti in cui so’ ci sarà maggiore stress fisico (ad esempio nei ganci dei ciondoli) per rendela più resistente.
Ecco, questo stagno sottoposto nel tempo ad acqua, sostanze chimiche e strofinamento aggressivo si toglie. Magari non subito, ma alla lunga lo fa.
Quindi tornando all’esempio dell’anello indossato per fare le pulizie, a meno che l’intento non sia di distruggere i propri gioielli, credo sia chiaro perchè non va tenuto indosso sempre.
In più, come tutti i metalli, tende ad ossidarsi, cioè a creare una patina che rende meno lucente il metallo. Se però è sottoposto ad umidità e ad altre sostanze questo processo accelera vertiginosamente.
Chi realizza oggetti con questa tecnica come vetrate, specchi e soprammobili usa delle patine protettive, in genere colorate, che hanno sia una funziona decorativa che protettiva. Ma io amo il colore argenteo dello stagno per i miei gioielli e soprattutto la sua lucentezza, che con le patine sparisce, e quindi non uso nulla.
Allora che fare?
Cercare di proteggere i gioielli, per quanto possibile, da tutto quello che può danneggiarli: umidità, urti, polvere, sostanze aggressive ecc…
EDIT: Stamattina mi è caduta una delle mie collane preferite! Era in ceramica realizzata da Officine Gualandi (si compro gioielli dai colleghi bravi che fanno cose belle) e la palla più grande si è, ovviamente, spaccata. Può capitare a tutti, anche a me.
E SI I GIOIELLI SI ROMPONO!
Purtroppo di qualsiasi materiale siano fatti i gioielli non sono indistruttibili. Sono soggetti a rotture e danni più o meno gravi. Lo so perchè negli anni è capitato a me, ma molto più spesso ho aggiustato gioielli per amiche o parenti. Nel tempo le cose si rompono, è un fatto normale.
Se non si rompono possono rovinarsi, ad esempio possono sbiadire, opacizzarsi, graffiarsi ecc…. E non tutto è aggiustabile.
Tutta la premessa sopra era per farti capire che devi avere cura dei tuoi gioielli e di come sono fatti i miei gioielli in modo che tu possa farlo tenendoli sempre belli e splendenti.
COME PRENDERTI CURA DEI MIEI GIOIELLI?
In realtà è facilissimo, la manutenzione vera è propria è basica, vale più la prevenzione e si riassume in 4 step.
- Proteggili dagli urti.
Una collana che sbatte contro il bordo della scrivania ogni volta che ti siedi alla fine si romperà, garantito.
Un anello che sbatte o si incastra perchè stai facendo lavori manuali si romperà (e potresti farti male alle mani).
Un orecchino che si torce perchè ci dormi o si incastra mentre fai movimenti dinamici (tipo sport ecc…) rischia di strapparsi, e sinceramente spero che si strappi l’orecchino e non il tuo orecchio.
- Proteggili dall’umidità.
Togli gli anelli quando ti lavi le mani e rimettili dopo che ti sei asciugata, così lo stagno non si ossiderà.
Ovviamente non indossare gioielli al mare, in piscina o mentre sudi, va da se.
Quando li riponi nel portagioie, per maggior sicurezza metti una bustina di quelle con la silice (stanno nelle scarpe da ginnastica ed in alcune confezioni di alimenti) che assorbe l’umidità. Oppure se non ce l’hai del riso. Evita il sale, è corrosivo.
- Proteggili dall’ambiente circostante.
Ovviamente puoi indossarli normalmente, ma ad esempio ci sono ambienti dove non ne hai bisogno e puoi evitare di metterli (in palestra, in piscina, al mare, se lavori in un ambiente con vapori, polveri e sostanze disperse nell’ambiente (cucine, officine, ecc…)
Riponili al chiuso e protetti dalla luce, la polvere si deposita e la luce può scolorire i materiali (non i miei, ma ad esempio se hai gioielli di plastica, di stoffa o tinti, possono cambiare colore col tempo).
Proteggili dagli altri gioielli, tenerli tutti appiccicati può farli incastrare e graffiarli e rovinarli, non solo i miei ma anche gli altri. Su questo ti rimando ai miei post su come tenere i gioielli in ordine.
- Puliscili.
Ovviamente anche io che ne ho molta cura, talvolta devo pulire i miei gioielli. Perchè li indosso e ci vado in giro e dopo un po’ di tempo comunque possono diventare un po’ opachi.
Prendi la pezzetta degli occhiali o un pezzo di tessuto di cotone morbido, tipo una vecchia maglietta, e strofina con calma insistendo senza violenza dove ti sembra ci sia bisogno.
Puoi usare un cotton fioc imbevuto di alcool e passarlo SOLO SUL VETRO se ti sembra che ci siano aloni, magari dovuti al grasso che abbiamo sulla pelle. Fatto!
Le altre parti che siano in argento, pelle, tessuto o plastica puoi pulirle, ma senza intaccare le parti in stagno, mi raccomando e per sapere come fare vai a questo post.
TUTTI I GIOIELLI VANNO PULITI
Si, tutti, ma proprio tutti. Alcuni resistono più di altri perchè magari sono in leghe particolamente resistenti, come l’oro, ma anche quello col tempo tende a opacizzarsi. Alcuni sono più delicati di altri, come le perle. Altri vanno tenuti a distanza da tutto, come i diamanti, che graffiano e tagliano (i miei tagliavetro hanno polvere di diamante sulla punta e così la molatrice) tutto ciò che hanno intorno.
I miei, se protetti da umidità e sostanze corrosive, si puliscono come un paio di occhiali, per tutti gli altri puoi trovare tanti articoli sul mio blog che ti aiuteranno.
Un’ultima cosa, indossare sempre i gioielli non solo fa male a loro, ma anche al tuo corpo, lascia la tua pelle libera senza metalli o costrizioni.
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