L’anello da Cocktail

L’anello da cocktail è sicuramente il mio preferito, grande, luminoso, appariscente e divertente.

La cosa ancora più interessante è la sua storia, come è nato e perchè. Ha collegamenti con l’ambiente e la situazione socio economica di quel periodo, gli anni ’20, il proibiziosimo, il charleston, le flappers e l’indipendenza femminile.

Quindi per capire quanto è speciale questo anello, prima di raccontarti come è fatto, dove e quando indossarlo e quanto è cambiato nel tempo, ti devo far immergere in quell’epoca.

I ruggenti anni 20. 

Dopo la fine della seconda guerra mondiale l’America si ritrova a convertire le fabbriche usate per la guerra in fabbriche per la pace. Scoppia un sistema di consumismo sfrenato, anche per la voglia di festeggiare finalmente la fine delle restrizioni a cui tutti sono stati sottoposti durante la guerra. (VIDEO)

Il proibiziosimo
Il Volstead Act

Insieme a tutte queste spinte positive arriva anche la pressione delle frange più conservative, soprattutto quella religiosa protestante di porre un freno ad alcune pratiche ritenute causa di diversi problemi. L’alcool è accusato di essere un pericolo per le donne, in quanto i mariti tendono ad aumentare i maltrattamenti quando sono ubriachi. Inoltre sono causa di assenteismo e scarsa produzione sul posto di lavoro, disordini, risse ecc…

Tra l’altro tra i maggiori produttori di alcool ci sono le birrerie tedesche (Germania=guerra) e altri paesi europei come l’Italia e la Francia. Insomma il triangolo Europa, Guerra, Alcool è una forte leva oltre a quella sociale.

Nell’ottobre del 1919 venne approvata dal Congresso il Volstead Act, la legge che sancì il divieto di produrre, importare e vendere bevande alcoliche. Tuttavia entrò in vigore differita al 16 gennaio 1920. Perciò nelle prime due settimane del nuovo anno molti cittadini fecero grandi scorte, dato che la nuova norma non puniva il consumo domestico.

Gli Speackeasy. L’inizio del contrabbando di alcoolici, dei gangster e della clandestinità.

A questo punto iniziarono a spuntare locali clandestini chiamati speakeasy quando di livello più alto o Blind pigs e blind tigers per quelli dedicati alle classi povere. (VIDEO ORIGINALE)

Entrambi erano nascosti ovviamente (ne esistono ancora in alcune città americane e si possono fare dei tour storici, altri sono normali bar o locali dove si può consumare.) . I primi per aggirare le regole vendevano dei biglietti che prevedevano un intrattenimento, in genere musicale, in cui era inclusa una bevanda alcolica nascosta.

Ovviamente rifornirsi di alcolici era impossibile per vie legali, tranne alcuni posti in cui si poteva bere vino a scopi terapeutici. Iniziò così anche la produzione clandestina e domestica di alcool e il contrabbando illegale.

L’immagine della donna durante gli anni 20.
Gladys Meacle, Mrs T Tighe, Vi Cleaver, Mrs R Fisher alle corse di cavalli nel Nuovo Galles del Sud e in Australia Dalle collezioni della Biblioteca Mitchell, Biblioteca di Stato del New South Wales www.sl.nsw.gov.au

Le donne, impiegate nelle frabbriche, negli uffici ed in ogni altra attività lavorativa durante lo “Sforzo bellico” vogliono rivendicare la loro indipendenza, anche se la società le vorrebbe far tornare al ruolo domestico che avevano prima della guerra.

Coco Chanel le ha liberate già durante la guerra dai corpetti e dagli abiti lunghi e stringenti, dando loro la libertà di muoversi e lavorare. Quindi di mantenersi. La donna non è più un soprammobile da sfoggiare in pubblico e da usare in casa come si preferisce.

Sempre Chanel, pare per errore, bruciandosi i capelli ha lanciato la moda del capello corto un po’ androgino. Da qui verranno le definizioni a la garçonne , alla maschietta e in America delle flappers. (VIDEO)

“L’ultima novità tra le boccette. Mlle. Rhea, delicata ballerina che ora è in città come parte del programma Keiths, inaugura la moda delle giarrettiere a Washington” Mlle. Rea seduta con la fiaschetta infilata nella giarrettiera sulla gamba. Collezione National Photo Company.
Le flappers.
Gruppo jazz femminile americano “Ingenues”, Central Station, Sydney, fine anni ’20 – Sam Hood Dalla collezione della State Library of New South Wales www.sl.nsw.gov.au

La definizione flappers prima di arrivare a quella più nota degli anni 20 legata agli speakeasy consisteva in definire le ragazzine che non ancora donne indossavano abiti sotto al ginocchio e avevano i capelli legati a coda.

Nel tempo l’uso che se ne fece, passò a ragazze appena entrate in società per poi definire le giovani donne indipendenti e moderne degli anni ’20.

Loro avevano i capelli corti, uno stile androgino, con abiti che non mettevano in evidenza le forme e lasciavano liberà di movimento al corpo.

Lavoravano e si mantenevano da sole, andavano al cinematografo, ascoltavano la musica Jazz e la radio sui nuovi apparecchi, adesso più alla portata di tutti. Guidavano le automobili e andavano nei locali da sole a divertirsi.

Rivendicavano anche una certa libertà sessuale e morale, fumavano e bevevano in pubblico e ballavano “da sole” il Charleston, il nuovo ballo scatenato che non richiedeva un partner.

I Cocktail

Come spiegavo sopra, spesso gli alcolici che venivano contrabbandati dai gangster erano di dubbia produzione, quindi con sapore scadente, e senza controlli sanitari.

Spesso questi prodotti erano troppo forti e talvolta pericolosi per la salute. Per renderli più gradevoli e mascherarli in caso di controlli venivano mischiati con altre bevande e creati dei cocktail.

I cocktail apparivano quindi come bevande colorate, spesso in bicchieri da bibita dove il sapore dell’alcolico era mascherato e diluito da succhi, soda e altre componenti.

Gli anelli da cocktail e la libertà femminile.

Quindi le donne che frequentavano questi locali volevano evidenziare la loro emancipazione, e per farlo avevano iniziato ad indossare anche vistosi gioielli, non sempre veri eh!

Il più importante era l’anello da cockail, indossato alla mano destra (quella che teneva il bicchiere) in modo da mettere in evidenza la bevanda alcolica che si beveva.

L’anello da cocktail

Quindi l’anello da cocktail è un anello nato in un contesto ed in un periodo storico ben preciso, con un significato e uno scopo altrettanto specifici.

Attirare l’attenzione, essere trasgressivo; era una dichiarazione di indipendenza e libertà!

In realtà non tutte le persone che andavano agli speackeasy erano donne in carriera, c’era anche l’alta società che si faceva trascinare da questa ventata di novità e modernità.

Per cui molte donne esibivano gioielli sfarzosi e preziosi.

Come è fatto un anello da cocktail.

L’anello da cocktail è un anello un po’ difficile da collocare tra la gioielleria tradizionale. Chi aveva la possibilità economica ovviamente ne usava di preziosi, con grandi pietre e metalli pregiati.

Non c’erano regole bene precise su forme, colori o stili. Dovevano essere grandi, appariscenti, luccicanti, magari con una pietra molto grande circondata da altre più piccole.

Si indossa prevalentemente su medio ed anulare della mano destra per questioni pratiche, le dimensioni lo rendevano scomodo da indossare sulle altre dita. Inoltre doveva essere portato sulla mano dominante che teneva il bicchiere, quindi la maggior parte delle donne lo teneva sulla destra.

Non solo. Alla sinistra di solito si indossava la fede, il solitario per il fidanzamento come lo conosciamo noi arriverà solo trenta anni dopo circa.

Ovviamente non tutti avevano questa grande disponibilità economica ( e ancora non era arrivata la Grande Depressione), ma già Coco Chanel aveva lanciato l’idea di gioielli finti, realizzati in vetro e con metalli meno preziosi e costosi ad imitare quelli veri.

La moda dell’anello da cocktail come è nato negli anni del proibizionismo è proseguita più o meno fino agli anni ’50, anche se nel frattempo il consumo di alcool è stato reso nuovamente legale.

Con il cambiare della moda e della società il bere cocktail è diventato un tipo di evento diverso, i movimenti degli anni 60 hanno cambiato molte cose anche nelle mode.

Negli anni 80 sono tornati gioielli appariscenti ed esagerati, e con loro gli anelli da cocktail e il loro uso legato ad eventi più o meno mondani.

Oggi l’anello da cocktail ha il suo posto d’onore tra gli anelli, sia per i momenti conviviali, ma anche per dare fascino a serate importanti.

Come hai visto in questo post la maggior parte del focus è stato legato al contesto ed alla società in cui è nato l’anello da cocktail. Io trovo sempre molto interessante capire come nascono gli oggetti, le mode e si sviluppa l’arte. Se ti è venuta voglia di un bel anello da mettere la prossima volta che prenderai un cocktail vai sul mio shop

 

Chiudo con questo film degli anni ’20 che parla delle protagoniste di questo post insieme all’anello da cocktail, le flappers, è un film muto ed in bianco e nero.

 

 

 

 

 

 

 

Riferimenti e fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Anni_ruggenti

https://it.wikipedia.org/wiki/Speakeasy_(proibizionismo)

https://www.unionesarda.it/cultura/proibizionismo-negli-usa-7-cose-che-non-tutti-sanno-hqbxe6zd

https://it.wikipedia.org/wiki/Proibizionismo_negli_Stati_Uniti

 

Immagini.

Foto di copertina Photo by Gary Yost on Unsplash

https://picryl.com/media/latest-thing-in-flasks-mlle-rhea-dainty-dancer-who-is-now-in-the-city-as-part

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fashions_at_Nyngan_Picnic_races_-_Nyngan,_NSW,_(between_1927-1930)_-_by_unknown_photographer_(2968453258).jpg

 

 

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