Storia della cravatta e del suo accessorio principale, il fermacravatta.

Ci sono accessori che nascono legati al corpo, come le collane e gli anelli, ma alcuni sono legati all’abbigliamento e quindi molto alla cultura e alla storia di un popolo.

Uno di questi è sicuramente il fermacravatta, che deriva dalla spilla ma che è uno degli accessori più recenti della moda maschile e della gioielleria.

Ovviamente è strettamente legato alla storia della cravatta e ricostruirla non è stato semplice perchè parte da molto indietro.

Questo post quindi vedrà apparire il fermacravatta, come lo conosciamo, solo verso la fine della nostra storia, ma è importante partire dall’inizio nel raccontarla.

Ti garantisco un articolo veloce nei passaggi, ma molto ricco di contenuti, riferimenti e foto. Starà a te decidere quanto approfondire, è un articolo che puoi leggere a salti, tornando indietro, aprendo i link.

Puoi abbandonarlo e riprenderlo, tornarci varie volte, insomma, so già che non ti basterà una lettura veloce per goderne appieno.

Io mi sono stupita di tutte le informazioni che ho trovato e sinceramente non me la sono sentita di darti una versione all’acqua di rose. Per questo ho rimandato ad altri post le informazioni più pratiche e tecniche sul fermacravatta. Insomma volevo fare le cose per bene, quindi partiamo dalla storia.

Storia della cravatta.

Gli antichi legionari romani.

Ammetto che questa è la mia parte preferita perchè mi permette di immergermi nel periodo storico e capire come vivevano le persone mentre indossavano quel capo. Ovvimente per parlare del fermacravatta dobbiamo parlare della storia della cravatta. Ci sono pareri discordanti sull’origine di questo accessorio. Alcuni lo fanno risalire ai Legionari Romani che indossavano al collo un pezzo di tessuto e che usavano per riparare le vie respiratorie dalla polevere durante le lunghe marce (nella foto sopra la n.1).

Nasce il nome della “cravatta”

Ma siamo ancora lontani dalla nostra cravatta moderna, dovremo arrivare alla guerra dei Trentanni (1618-1648), quando a Parigi arrivarono I mercenari croati con il loro tessuto annodato al collo che attirò l’attenzio dei parigini. Fu proprio la parola croata per “croati”, hrvati, con la corrispondente francese croates, a far si che quel particolare foulard prendesse il nome di cravatta (cravate in francese).

All’età di sette anni, intorno al 1646, Re Luigi XIV cominciò a indossare una cravatta di pizzo detto anche jabot nella sua corte lanciando questa moda, inizialmente maschile che poi avrebbe incluso anche le donne nel 1800.

 

Ancora però non appare il fermacravatta e nemmeno la cravatta tradizionale come la intendiamo noi.

Comunque guardando diversi quadri antichi si vedono spesso degli spilloni che fissano questi voluminosi foulard alla camicia.

La cravatta Steinkirk o Steenkerque

Nel 1692 i principi, una volta vestitisi in fretta per la battaglia di Steenkerque (1692), si avvolsero intorno al collo una cravatta di tessuto legata alle sue estremità (nella foto in bianco e nero in alto, la cravatta n.3) . Il nodo veniva poi infilato nell’occhiello della giacca. È per questo che questo tipo di cravatta venne chiamata Steinkirk o Steenkerque.

Il ‘700 e la moda francese

Nel ‘700 le camicie sono spesso già fornite di rouge e volant, e non vengono aggiunti jabot, ma dei colletti rigidi (tipo lupetto o colletto da sacerdote, ma più alti) che vengono fissati sul retro del collo con delle fibbie preziose.

La rivoluzione francese.

Nel 1794, quando Robespierre cade e la Francia inizia a tornare ad una certa normalità la voglia di divertimento porta in auge un tipo di giovane alla moda detto Incroyables o Muscadins. Tra i vari elementi del particolare abbigliamento di questi giovani modaioli c’è l’enorme cravatta che nasconde interamente il collo.

La cravatta era molto lunga, (circa 1,8 metri), è anche piuttosto ampia, spesso di forma triangolare. Veniva ripiegata varie volte fino ad ottenere una striscia più lunga che larga. Il centro di questa striscia di tessuto molto leggero era posizionato sul pomo di adamo e incrociato sul retro del collo. Le estremità erano poi riportate sul davanti e annodate non troppo strettamente.

Lord Beau Brummel e il dandismo, la cravatta diventa l’accessorio di stile.

Quando Beau Brummel scoprì la cravatta all’epoca chiamata “neckcloth”, la portò a livelli di elaborazione altissimi.

Alcuni nodi richiedevano un’ora per essere legati correttamente, i colletti erano diventati molto rigidi grazie all’amido che teneva le punte sollevate e rigide, talvolta fino alle guance. Lui abbandonò i tessuti colorati pieni di pizzi del polveroso ‘700 sostituendoli con colori come il blu per la giacca e il beige per i pantaloni. Questi ultimi iniziano ad essere aderenti e lunghi (tenuti con delle strisce di tessuto che passavano sotto il piede) o a sigaretta.

Non solo, introdusse l’uso di lavarsi e cambiarsi spesso con abiti puliti (cosa considerata assai bizzarra) e tolse definitivamente le parrucche.

Insomma fu uno dei maggiori promoter del dandismo e un’innovatore dello stile regency.

Nel 1818 e nel 1828 furono addirittura scritti interi libri sulla cravatta perchè esistevano infiniti modi di annodarla e avere una piega sbagliata significava dover ricominciare da capo.

I camerieri personali particolarmente ferrati nella cura del proprio signore e nella capacità di vestirlo sempre in maniera adeguata, secondo le tendenze di moda, erano molto ricercati e dovevano fare lunghi apprendistati.

Infatti esisteva una cravatta ed il relativo modo di annodarla adatto ad ogni momento ed evento della giornata. C’erano cravatte e nodi per le commissioni, per andare nella camera dei Lord o al club a parlare di ffari, altre adatte ai balli, altre alla caccia alla volpe o alla corsa dei cavalli.

La cravatta Ascot, le gare di cavallo, la vita mondana, i dress code.

Ad esempio la cravatta modello Ascot prende il suo nome dalla famosa corsa di cavalli che aveva un rigido regolamento circa l’abbigliamento tanto che esiste ancora oggi anche per le donne che indossano il completo da equitazione.

Il nome arriverà in epoca tardo vittoriana mentre prima era definita plastron (foto in bianco e nero in altro n. 11) dal francese per la forma che aveva, ma solo successivamente si evolse al modello usato oggigiorno.

Quindi anche se in precedenza talvolta erano usati dei fermagli per le varie cravatte, fu soprattutto con questo tipo di cravatta che gli uomini iniziarono ad usare sempre degli spilloni piuttosto discreti per tenerle in modo appropriato. Questa abitudine rimarrà fino oltre il 900.

Il marito della regina Vittoria, fu un’icona di stile per la moda degli inglesi, sceglieva capi pratici e moderni visto che si interessava personalmente di tantissime materie. Le cravatte quindi si ridussero durante il giorno spesso a semplici fiocchi, spesso in tessuto più pesante e scuro che teneva la forma senza necessità di troppi ghirigori.

La moda maschile moderna.

Da questo periodo in poi la moda maschile cambiò poco rispetto a quella femminile, a parte qualche accessorio come i cappelli o i dettagli di giacche e pantaloni. Una cosa importante è che se fino ad ora era stata la moda europera a dettare legge, con l’avvento del cinematografo e la nascita dell’industria cinematografica americana saranno le star dei film a fissare i nuovi modelli in fatto di moda.

Gli anni 20, il proibiziosismo, il dopo guerra.

Quindi facciamo un salto fino agli anni 20, in questi anni iniziano ad essere usate le camicie col collo già attaccato, in alternativa ai colli più rigidi e scomodi ma staccabili. Inoltre variano le forme dei colletti, alcuni hanno anche i bottoncini per tenerli abbassati in alternativa al fermacolletto ( o spilla da colletto).

Al posto dei classici gilet usati fino ad ora entro cui venivano infilate le cravatte appaiono i pullover (gilet di lana senza maniche chiusi o abbottonati sul davanti) sotto le giacche o indossati senza per le occasioni informali, pic nick ed eventi all’aperto.

Fatto sta che mentre il papillon diventa l’accessorio formale, la cravatta si incammina sulla via dell’informalità. Il nostro fermacravatta ancora non compare, ma appaiono le prime cravatte fatte ai ferri (questa cosa è importante per il tipo di fermaglio che si potrà poi usare, ci sarà un post dedicato prossimamente).

Galleria di vari tipi di cravatta (su alcuni si vedono anche dei fermacravatta o degli spilloni) dalla fine dell’800 fino agli anni 60 circa.
Gli anni 40 e la II guerra mondiale, arriva finalmente il fermacravatta.

Negli anni 40 con la seconda guerra mondiale in tutto il mondo le risorse di ogni paese sono concentrate sullo sforzo bellico. Tutti i tessuti ed i capi vengono riveduti con linee più semplici, materiali più economici e colori più sobri. Spariscono i gilet nella moda maschile, le cravatte si assottigliano e diventano l’unico elemento decorativo di un look altrimenti molto sobrio e lineare nelle forme e nei colori. Quindi la cravatta è l’accessorio che attira l’attenzione e caratterizza l’outfit. Sparito il gilet il fermacravatta diventa indispensabile per valorizzare la cravatta e tenerla a posto.

Il dopoguerra, il boom economico e l’affermarsi del corporate branding e del fermacravatta brandizzato.

Dopo la fine della guerra con l’avvento dei corporate branding, cioè gli accessori personalizzati di grandi aziende, il fermacravatta divenne un distintivo che accomunava uomini appartenenti a un determinato gruppo.

Le aziende, le squadre sportive, i club, e i gruppi sociali, politici, religiosi ecc… iniziarono a produrre fermacravatta e spillette che li rappresentassero da regalare o vendere, ai loro dipendenti, soci, tifosi e affiliati.

Fu così che esplose come accessorio maschile necessario anche a tenere in ordine questa striscia di tessuto svolazzante. Ovviamente ognuno aveva lo stemma o i colori che lo accomunavano al gruppo di appartenenza, ma anche fuori da questo contesto, l’uomo medio spesso indossava il fermacravatta.

PEACE AND LOVE

Con gli anni ‘60 e I movimenti per la Pace e i figli dei fiori la moda prese tutt’altra strada. Addio ai formalismi, con influenze orientali, le ribellioni giovanili, le fantasie colorate ed esagerate, spesso senza cravatta e camicia. L’uso del fermacravatta rimase solo per coloro che continuarono ad avere uno stile molto formale.

Da quel momento il fermacravatta è diventato un accessorio dedicato alle occasioni speciali, o indossato soprattutto dai più attenti ad alcuni tipi di moda. 

Mentre preparavo il post ho anche imparato molto sui vari tipi di fermacravatta, su come indossarli, e come abbinarli. Non mi sento di dare un giudizio morale su questo accessorio, sull’uso o meno della cravatta, secondo me c’è sempre una giusta misura per tutto. 
Quando un uomo vuole sentirsi in ordine e bello è giusto che lo faccia, sempre cercando di esprimere se stesso. Se la moda diventa una costrizione o una omologazione, la reazione più normale sarà quella del rifiuto. 
L’argomento fermacravatta è molto vasto e per questo ho deciso di fare dei post dedicati e approfonditi, correlati da foto e video.
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PER METTERE TUTTO INSIEME ECCO UN VIDEO SULL’EVOLUZIONE DELLA MODA MASCHILE DAL 1800 AD OGGI

(tempo di visione 22 minuti)

Immagini:

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/71/Louis_XIV_1648_Henri_Testelin.jpg

Wikimedia 

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/71/Louis_XIV_1648_Henri_Testelin.jpg

https://it.wikipedia.org/wiki/Cravatta#/media/File:Ties_(Cravate_-_Larousse).jpg

https://picryl.com/search

 

Fonti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Cravat

https://it.wikipedia.org/wiki/Incroyables_e_Merveilleuses

https://it.wikipedia.org/wiki/Cravatta

https://vanessariley.com/blog/tag/cravatm-neckcloth/

https://angolodiestel.blogspot.com/2011/02/moda-maschile-nell800.html

https://georgianagarden.blogspot.com/2012/01/la-cravatta-ascot.html

http://georgianagarden.blogspot.com/2010/02/la-cravatta.html

 

Citati nel testo

Libro del 1818

Libro del 1828

 

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