Dopo i post delle scorse settimane tutti dedicati all’etica sotto vari punti di vista, voglio vedere con te come rendere i tuoi gioielli presenti e futuri più etici.
Parto dalla premessa che non sono un’integralista. Non sono una che abbraccia un’ideologia come fosse una fede, piena di dogmi, anzi, mi faccio sempre un sacco di domande. Giro la questione come uno che gioca a scacchi con se stesso e cerco di valutare sia i pro che i contro.
Il bianco e nero può esistere nella moda e in alcuni miei gioielli, ma nella vita esiste un arcobaleno di opzioni, variazioni e possibilità.
Per questo anche sui gioielli, ognuna dovrà arrivare con i suoi ritmi e approcci ad un metodo di acquisto e gestione dei propri bijoux che sia etico.
Noi esseri umani non siamo affatto ad impatto zero su questo pianeta, basta bere un bicchiere d’acqua e già abbiamo creato un disequilibrio (il bicchiere di plastica, l’acqua sprecata, l’energia usata per averla ecc…).
Quindi i consigli che ti darò di seguito prendili come idee, spunti da cui iniziare, e poi procedi tu, magari informandoti meglio su quello che ti interessa.
L’ideale forse sarebbe vestirsi di foglie cadute e adornarsi di bacche (e anche così ridurremmo la riproduzione e la crescita delle piante!) ma se siamo qui è perchè ci piacciono i gioielli.
1. INFORMATI e CONOSCI.
Iniziamo a conoscere bene le aziende che producono gioielli.
Se ami i gioielli in materiali preziosi come hai visto nel post sui gioielli etici, esistono dei brand che iniziano a garantire degli standard su come vengono prodotti oro e argento, sia a livello di impatto ambientale che sociale.
Se l’azienda o il brand che ti piace non da informazioni in merito, scrivigli e chiediglielo. Questa pratica sta già abbondantemente prendendo piede per quanto riguarda l’abbiagliamento, ma non per bigiotteria, gioielli e accessori.
In caso non ricevessi risposta o la risposta non fosse di tuo gradimento ricorda che ci sono tanti pesci nel mare.
Se ampliamo il discorso anche a bijoux non preziosi e bigiotteria la questione da una parte diventa più articolata perchè su materiali meno preziosi il controllo è inferiore, dall’altra amplia le scelte a dismisura.
2. COMPRA PICCOLO.
Ad esempio optare per realtà più piccole, magari locali, o equosolidali.
Cosa significa? Significa acquistare artigianato, italiano o europeo, di persone che mostrano come lavorano, che ti propongono piccole collezioni, oppure che hanno sempre gli stessi prodotti, senza l’ansia di rinnovare continuamente tutto.
Puoi approfittare dei social, che ti permettono di avere un contatto diretto con chi ha le mani in pasta. Chiedere informazioni, addirittura personalizzazioni e sapere che non ci sono persone sfruttate o materie prime sprecate.
La questione materie prime: purtroppo io stessa non riesco a conoscere la provenienza di tutti i miei materiali, ci sono troppi passaggi in mezzo. Per questo io cerco di ridurre al minimo gli sprechi, per non incentivare produzioni esagerate e contenere i costi.
Acquisti equosolidali. Come ti ho raccontato nel post sui gioielli etici esiste il marchio Trade Mark che garantisce certi standard. Nei negozi equosolidali in giro per il nostro paese si possono trovare anche gioielli tradizionali realizzati da artigiani locali e pagati il giusto.
3. COMPRA ORIGINALE.
Non comprare prodotti contraffatti!
A proposito di giustizia! Secondo te è etico rubare (o prendere in prestito) un modello inventato da qualcun altro, scopiazzarlo alla meno peggio, con materiali scadenti e rivenderlo a pochi spicci?
Ricorda che ogni gioiello che viene creato ha dietro tanta progettazione, studio e ricerca ed è tempo che ovviamente l’azienda o l’artigiano pagano (io ad esempio non calcolo tutto quel tempo, ma dovrei). L’azienda paga i designer, che hanno fatto ricerche di mercato per capire su che tipo di gioiello orientarsi, hanno studiato delle linee e dei materiali. Poi ci saranno stati dei prototipi che saranno stati corretti e finalmente dopo tanti altri passaggi il gioiello è arrivato nel negozio.
Poi arriva qualcuno (no, non guardare solo verso l’oriente, ormai è pratica comune anche di grandi aziende) e lo copia, magari lo fa fare a qualcuno che si fa pagare pochi euro al giorno. Risparmia sui materiali (magari usando procedure inquinanti o materiali pericolosi) e ricarica quello che basta. Tanto mica ci ha investito in ricerca e sviluppo del prodotto!
Ecco, non comprare delle imitazioni (fossero anche di una artigiana alle prime armi) o oggetti brandizzati (gli oggetti brandizzati sono quelli con un personaggio o un logo di un bran importante, tipo il baffetto della Nike o i personaggi della Disney). Stai facendo guadagnare chi non lo merita ( e spesso dietro c’è tanta illegalità).
4. COMPRA VINTAGE E USATO.
Un’altra alternativa che spesso ci dimentichiamo è riusare cose già prodotte da tempo. Il vintage.
Non esistono solo abiti, scarpe e borse ma anche gioielli vintage. Anzi, in passato la bigiotteria ha raggiunto livelli di qualità altissimi non più eguagliati temo.
Acquistare gioielli vintage ha vari vantaggi, in primis sono unici e speciali, spesso costano meno di cose nuove pur essendo bellissimi, e poi riusi qualcosa senza far entrare nel mercato altre materie prime nuove.
Queste sono i passi in cui puoi muoverti nei prossimi acquisti, ma per quello che hai già? Rimetti a posto il cilicio, è inutile colpevolizzarti per qualcosa che non sapevi.
Ok, ora hai dei gioielli di cui non conosci la provenienza, non sai se sono etici, se per produrli si è inquinato, delle persone sono state sfruttate ecc…
5. DAI VALORE A QUELLO CHE HAI.
Non guardarli con orrore, sono pur sempre i tuoi tesori, e se hanno una storia triste alle spalle acquistano ancora più valore, una sorta di valore morale.
Come possiamo renderli più etici? Usandoli al meglio, senza sprecarli. Se rimangono nel portagioie perchè ti sei stufata bisogna trovare una soluzione.
Quando ho creato la consulenza Splendore a Domicilio, non ci avevo pensato, ma anche usare i proprio gioielli e non sprecarli lasciandoli nel portagioie inutilizzati è un gesto etico.
Non solo, è anche un ottimo modo per risparmiare o meglio far fruttare al meglio i propri soldi.
Detto questo può essere che tra le cose che abbiamo ci siano cose che proprio non riusciamo ad usare, che si fa?
Puoi rivenderle, regalarle o fare uno swap party. Uno swap party è un incontro tra persone in cui ci si scambiano abiti e accessori che non si usano più, ma in buono stato, e che quindi non meritano di essere buttati.
6. TRASFORMA.
Quindi abbiamo detto acquista bene, regala, vendi, swap party oppure trasforma quello che hai per continuare ad usarlo.
Negli anni mi è capitato più volte di trasformare dei gioielli, miei o di altri. I miei spesso per necessità, magari erano rotti o erano diventati inutilizzabili. Quelli degli altri a volte anche perchè magari erano spaiati, o erano dei regali che non si adattavano allo stile delle riceventi.
Le signore, soprattutto le mamme di amici, sono state le mie più frequenti trasformatrici. Magari un orecchino rimasto spaiato da cui ho creato un ciondolo. Collane di cui si erano perse delle perle sono state riallungate aggiungendo altre pietre. Collane troppo ricche sono state semplificate diventanto da una a tre.
Per alcune cose puoi fare da sola, a volte basta un po’ di colla o delle pinzette, in altre situazioni chiedi consiglio e aiuto al gioielliere di fiducia.
Un’ultima cosa che puoi fare è condividere queste informazioni con chi conosci, più persone fanno attenzione a queste cose più ci sarà cura da parte di chi produce.
7. SALUTA E DAI UNA DEGNA SEPOLTURA.
Alla fine di tutto, se proprio ci sono cose che non sono recuperabili in alcun modo, nemmeno rendendole dei portapresine super eleganti, allora buttale nel cassonetto giusto.
Da quando ho adottato questa modalità di acquisto, in tutte le mie cose, ogni anello, maglietta, pantalone ecc.. sono il mio preferito. Conosco la storia di ognuno e di chi l’ha realizzato, dove è stato fatto, come e con che cosa, e questo dà un grande valore a tutto, al di là del mero valore economico.
Ogni nuovo pezzo che aggiungo è speciale, trova un posto d’onore tra le mie cose, non è abbandonato e lo ripongo sempre religiosamente nel mio portagioie.
Queste sono alcune delle cose che secondo me possiamo fare per rendere più etici i nostri gioielli (ma in generale tutti i nostri acquisti) tu ne hai altri in mente che mi sono sfuggiti? Scrivimeli e ci vediamo la prossima settimana con l’ultimo post dedicato all’etica.