Da anni si sente parlare di moda etica, ma molti altri settori si stanno interrogando su quanto le loro attività produttive, economiche e finanziare siano eticamente corrette, compreso il settore dei gioielli.
Ma cosa sono i gioielli etici?
In realtà sicuramente tutti sappiamo più o meno quanto pietre e metalli preziosi nei secoli siano stati causa di guerre, tragedie e genocici atroci, ma ancora oggi alcuni di questi problemi persistono.
Alcune miniere di preziosi sono come delle banche che finanziano guerre nei paesi del sud del mondo, e non solo. Spesso queste cave o miniere non fanno solo questo, ma distruggono i territori dove si trovano a livello ecologico, con inquinamento e distruzione di fiumi, montagne e campi. In più spesso la popolazione viene sottomessa e resa schiava (anche bambini), per estrarre le materie prime.
Il tutto per portare all’occidente (noi) fiumi di preziosi.
Per fortuna da diversi anni si sta iniziando a porsi il problema e stanno nascendo filiere e aziende, più o meno grandi che iniziano a chiedere da dove arrivano queste materie prime.
FairTrade International è una delle varie organizzazioni che sta cercando di monitorare tutti gli aspetti di questo problema (in vari campi: agroalimentare, abbigliamento, acessori, materie prime ecc…). Uno dei modi è assegnando una certificazione che assicura l’eticità del prodotto. Ad esempio per l’estrazione dell’oro devono essere rispettati alcuni parametri:
- ad esempio uso di tecniche non dannose ed inquinanti per l’estrazione e la lavorazione come mercurio e cianuro;
- rispetto dei lavoratori, che devono essere adulti, con orari regolamentati, uso dei dispositivi di sicurezza, giusto salario e tutele;
- pagamento di un giusto prezzo della materia prima;
- dando dei premi alle piccole comunità che stabiliscono come usarli a vantaggio di tutti (spesso per migliorare le condizioni di lavoro con attrezzature e sistemi di sicurezza migliori);
Alcune miniere del Sud America invece aderiscono all’Alliance for Responsible Mining, una organizzazione con sede in Colombia e che ha creato la certificazione Fairmined“.
Questo standard “prevede che laddove non si possa fare a meno di usare agenti chimici questi vengano impiegati con tutte le garanzie per la salute dei lavoratori”. Inoltre i fornitori non sono grandi compagnie, ma comunità di minatori, formate da cooperative, nuclei familiari o villaggi.
Il video mostra i vari step, dal villagio con i minatori e le famiglie alla vetrina del gioielliere.
Anche per i diamanti ed altre pietre preziose esistono problemi analoghi.
Esiste la “Canadian Diamond Code of Conduct” che detta una serie di regole molto chiare e rigide sulla produzione e commercializzazione di diamanti in Canada. La stessa vigila anche sulla corretta applicazione di detto codice di condotta prima di rilasciare la sua certificazione.
Loro garantiscono il tracciamento dei diamanti dal prodotto grezzo fino al taglio. Solo le pietre che rispettano tutti i parametri avranno incisa una fogliolina d’acero e un numero di serie.
Questo sistema è chiamato Processo di Kimberley ed è volto a eliminare dai mercati ufficiali i diamanti provenienti da zone di conflitto. Include anche il World Diamond Council che contribuisce a fare pressione sugli stati per l’applicazione di queste regole, pena l’impossibilità di commerciare con i paesi più importanti.
Se pensi che questi problemi siano molto distanti da te, perchè non compri gioielli preziosi, sappi che non è così. Proprio in questo momento, mentre leggi questa singola parola stai usando queste materie. Infatti la moderna tecnologia sfrutta molto metalli preziosi come l’oro, l’argento, il rame e pietre come ad esempio il cobalto.
Ma su questo torneremo con un post successivamente.
Intanto ricapitoliamo, come possono definirsi etici dei gioielli?
Quando per realizzarli non viene sfruttato il lavoro di altri esseri umani, quando i ricavi non sono finalizzati a scopi criminali, quando si cerca di ridurre al minimo l’impatto negativo sull’ambiente e sulla salute della flora e della fauna del posto (esseri umani compresi).
Purtroppo non sempre riusciamo ad avere tutte le informazioni che ci servono per capire se quello che stiamo per acquistare è etico, ma chiedere può essere un modo per sensibilizzare in tal senso.
Se andando in gioielleria chiedi la provenienza dell’oro o delle pietre, e non solo per saggiarne la purezza, inizierai a mettere la pulce nell’orecchio al negoziante, che a sua volta lo farà con l’azienda ecc…
Un altro tipo di gioielli etici sono quelli realizzati riciclando quelli vecchi.
Per questo io sono una sostenitrice del vendere l’oro che non ti piace o non usi. A te forse sembrerà di disprezzare quell’oggetto, ma in realtà gli stai dando una seconda possibilità.
Qualcuno forse lo acquisterà così come è se non è rovinato. In caso contrario un bravo orafo lo fonderà per creare qualcosa di nuovo. In ogni caso si eviterà di acquistare ulteriori materiali di cui non si conosce la provenienza.
Non voglio dire che tutti i gioielli siano poco etici, ma noi intanto iniziamo a porci il problema. Ricordati, voti ogni volta che metti mano al portafoglio.
Se decidi di acquistare da un’artigiano che produce localmente dichiari che vuoi sostenere le imprese locali e non le mega aziende (che non tracciano i loro prodotti). È un voto!
Quando scegli di acquistare qualcosa di vintage o usato, voti per non buttare via ma per ridare vita a quell’oggetto, è un voto contro gli sprechi.
Pensa di non acquistare 10 magliette da 5 euro ma una da 50, magari in cotone biologico, cucita a mano, da persone regolarmente e giustamente retribuite. Stai votando per un mondo che non punta all’accumulo, ma alla qualità, che rispetta il lavoro e l’ambiente.
Anche nei gioielli puoi fare queste scelte. Ad esempio puoi anche decidere per materiali riciclati, ecosostenibili, o fatti a mano da piccole imprese e botteghe. Puoi far modificare qualcosa che hai già. Puoi regalare qualcosa che non indossi a chi lo farà. Anche questi sono gioielli etici.
Non so se conoscevi questo mondo dei gioielli equi, spero ti sia piaciuto, se così fosse ti invito a condividere il post sui tuoi canali. Più siamo a “votare” e prima raggiungeremo il nostro obiettivo.