Sono brava, brava, brava!

Domanda a bruciapelo!

Quanto ti senti autentica?

Quanto sei brava nel tuo lavoro?

Quanto vali come mamma, moglie, amica, donna?

Che voto ti daresti?

Lo so iniziare un post con questa mitraglia di domande esistenziali è il modo migliore per farti fuggire a gambe levate, ma, tranquilla, non volevo farti un’interrogatorio, in realtà lo sto facendo all’universo.

All’universo femminile di cui mi sento di far parte ma da cui mi sento anche isolata, come se ognuna di noi fosse dentro una bolla. Un mare di bolle piene di esseri simili ma differenti l’una dall’altra come fiocchi di neve.

Torno all’inizio se no mi perdo.

Sono cose a cui penso spesso ma ultimamente ancora di più per tanti motivi. Intanto perchè se ne parla tra donne, e già che se ne parli a me sembra bello da una parte, ma strano dall’altra.

Cioè! Gli uomini sta cosa non se la chiedono mai, alcuni di loro spesso non sono nemmeno il minimo sindacale del genere umano e invece credono di essere un dono all’umanità e con questa filosofia, purtroppo per noi, fanno un sacco di successo, arrivando anche a posti di potere che davvero non dovrebbero raggiungere.

D’altro canto è utile tirare fuori la questione e risolverla una volta per tutte. Infatti ogni tanto con le amiche o nei gruppi di crafter o di libere professioniste aleggia sempre la domanda. Che poi si racchiude in “quanto sono brava?” e soprattutto “SONO ABBASTANZA?”

Ci hai mai fatto caso? Si dai, sono sicura che lo hai notato eccome.

Quindi ripeto! Ti senti abbastanza?

Io no! Invece se analizzo tutte le cose che faccio e soprattutto che ho fatto anche solo questo mese, cavolo, ne ho fatte un sacco e fighissime! Ma siamo sempre severe e ipercritiche verso di noi e non sappiamo mai riconoscere i nostri meriti appieno!

Quindi ti invito a prendere l’agenda, o un notes, o il diario segreto di Hollie Hobbie o quello che vuoi e buttare giù una lista di quello che fai ogni giorno.

Io ora provo a farne una veloce di questo mese di settembre:

  1. Ho aperto un sito (quasi da sola);
  2. Ho creato e realizzato una capsule collection di gioielli (se vuoi vederla subito devi iscriverti alla newsletter);
  3. Ho partecipato ad un evento della Rete al Femminile;
  4. Ho lanciato una newsletter (senza alcuna competenza tecnica);
  5. Ho realizzato un catalogo delle novità;
  6. Il tutto tra gestione di tutto il resto, compreso rientro dalle vacanze, assistenza dei nipoti fino a quando non sono rientrati a scuola, e contrattempi vari.
Questa sono io che mi sento molto figa per tutte le cose fatte questo mese.

Ora ci sono alcune amiche artigiane che pensano che per questa lista qui sopra io sia una specie di essere profuso di luce celestiale, dotato di bacchetta magica, super cool, che riesce in tutto.

Invece se vai a ben vedere non tutto è perfetto. Ma se avessi dovuto aspettare la perfezione non avrei fatto nulla di quanto sopra. Ho fatto, invece, del mio meglio con i mezzi e il tempo (poco) che avevo a disposizione e…magia….non è cascato il mondo, non sono stata presa a pomodori in faccia e ho continuato la mia vita come al solito, ma con qualche piccolo pensiero in meno e una lista delle cose da fare più leggera.

Bilancio? Positivo. Va bene così, sono sodddisfatta di me stessa, con tutte le carenze che so che esistono in me e nel mio lavoro, ho fatto un grosso passo in avanti. Brava a me!

Tu quante volte ti dici brava? Anche nel quotidiano, quante volte a fine giornata, dopo che hai lavorato, portato puntuali (o quasi!) i bambini a scuola, palestra, catechismo, musica, ecc… dopo che hai preparato 3 pasti per la tua famiglia, fatto due lavatrici, magari hai pure stirato (pazza!!!!) pure le mutande, ti siedi e dici “Ammazza che brava che so’ stata!” (puoi variare l’accento, io sono di Roma e uso il mio dialetto)? Lo fai? No? Male molto male, questo si che è un errore! Inizia a farlo subito.

Ti ho fatto quelle domande perchè gira una sindrome tra le artigiane, ma in generale nel mondo femminile, chiamata “sindrome dell’impostore”! Quella vocina che qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi risultato tu raggiunga, ti sussura “Potevi fare meglio!” “Tu lo sai vero che non è perfetto?” “Prima o poi scopriranno che non hai tutte le qualità che servono per questo incarico” e così via.

Come si risolve? Io non lo so. Conosco una personal coach che fa una consulenza proprio su questo tema, e ho in mente di farla, perché davvero non essere mai soddisfatte di se stesse non aiuta, non è utile e spesso non ti fa concludere le cose.

Nella mia prima newsletter ho inziato una massima che suona così:  “Fatto è meglio che perfetto!”. Se aspiriamo alla perfezione probabilmente non raggiungeremo mai il risultato e tanto non saremo mai soddisfatte, concordi?

Questo non ci aiuta a splendere proprio per niente, il tarlo dell’Impostore sminuirà tutti i successi grandi o piccoli raggiunti, dalla promozione al lavoro all’aver insegnato a nostro figlio a farla nel vasino. Paradossalmente sono cose che, se fossimo maschi, festeggeremmo con una birra insieme agli amici. Pazzesco dai!

Perché io non sono un’impostora, non sarò perfetta ma niente di quello che ottengo mi cade dal cielo, l’ho fatto io, ho fatto in modo di arrivarci e lo stesso vale per te.

Quindi entrambe ci meritiamo la nostra birra, o la nostra SPA, o la seduta dall’estetista o un regalo qualsiasi per festeggiare.

Una cosa che ci faccia splendere e che cappero!

Ora prendi il famoso diario e inizia a scrivere tutte le cose che fai, a fine giornata, guarda quella lista e scrivimi nei commenti quanto sei stata brava!

1 commento

  1. isabella monfroni dice:

    Tu sei bravissima!
    E questo articolo era proprio necessario, ci sono troppe donne che credono di essere delle mezze calzette, ed è un errore clamoroso! <3

Ti va di dirmi cosa ne pensi?