Kristal: gioielli unici, ecosostenibili, in vetro recuperato.

Il vetro è un bellissimo materiale, io adoro persino i vasetti dello yogurt e soffro quando li devo buttare, per questo vorrei si tornasse al vuoto a rendere, che ha molto più senso del riciclo.

Ma i miei gioielli Tiffany purtroppo non sono di quel tipo di vetro. Infatti contengono minerali al loro interno, che servono a colorarli e dare effetti particolari che non li rendono adatti alla campana della raccolta differenziata.

Usare il normale vetro d’uso comune, d’altronde, non è possibile perchè non è adatto a fare gioielli. In primis non è colorato e quindi mi limita un po’ nelle scelte di design, e poi è molto delicato.

Però ogni tanto mi capita di trovare dei vetri speciali buttati, e quando posso cerco sempre di recuperarli. Insomma se vedi una macchina che inchioda davanti ad una finestra abbandonata a bordo strada, sai chi è alla guida!

Mi era capitato ad esempio con il vetro a bolle, quello delle gocce, che era perfetto per spessore e finitura e che ci ha dato grandi momenti di gioia. Insomma cercavo di bissare quel successo, ma non è facile.

Fino a quando, su un gruppo di quelli “Te lo regalo se vieni a prenderlo….” appaiono questi due vetri. Uno trasparente ed uno sul giallo, smontati da delle porte a vetri da salone. Mi sono subito prenotata et voilà i vetri erano miei.

Mi sono concentrata subito su quello trasparente, molto più moderno come disegno e facile come colore, ma appena l’ho preso per caricarlo in macchina mi sono resa conto che pesava più del vetro normale.

Infatti a casa dopo averlo pulito e tagliato in lastre più maneggevoli, l’ho potuto misurare righello alla mano. Era di circa un millimetro più spesso della maggior parte dei vetri Tiffany, che di solito misurano 3 mm in media.

E poi mi sono resa conto di un’altra cosa. Il disegno che tanto mi aveva colpita era un’arma a doppio taglio.
Vetro lavorato

Ti spiego.

Tu sai che il vetro si taglia (a mano) per tangenti che lo attraversano da un bordo ad un altro. Puoi fare leggere curve, ma non puoi fare degli angoli. Una volta inciso, il vetro si spaccherà lungo quella direttrice e non c’è scampo.

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Bene questo vetro era pieno di poligoni incastrati tra loro, ma per poterne tagliare uno sui bordi dovevo attraversarne 5 dividendoli a caso.

Comunque ormai ce lo avevo ed era una grande opportunità per realizzare dei gioielli bellissimi con un materiale unico (ormai questi vetri non li fanno più) e recuperato.

Ci ho pensato per mesi, cercando di capire come usarlo per avere il minimo scarto possibile e la risposta è stata unicità.

In pratica non c’era modo di fare una collezione in serie, dovevo assecondare il più possibile la trama del vetro. Questo significava avere tanti gioielli tutti diversi.

Inoltre, visto lo spessore maggiore, dovevo limitare o rinunciare a disegni troppo elaborati abbinati ad altri vetri. E forse dovevo rinunciare agli orecchini.

Comunque tra l’immaginare e il tagliare c’è una bella differenza ed infatti:

  1. La trama del vetro era ancora più elaborata di come ricordavo
  2. Il vetro era molto tagliente (le mie povere dita) e spesso
  3. Non trovavo davvero nemmeno 2 pezzi uguali, pur avendo tagliato tanti pezzi

Ti giuro giravo e rigiravo i pezzi, studiando dove fare i tagli e mi sembrava di cercare di comporre un puzzle senza senso. Poi ad un certo punto mi sono decisa, o la va o la spacca, tanto finchè continuavo ad ipotizzare non potevo capire. In questo caso davvero le mani servivano per conoscere il materiale.

Mi sono messa al lavoro e una volta presa la mano ho tirato fuori un piccolo numero di pezzi che mi convincevano. Alcuni li potevo usare così come erano, su altri ho voluto fare delle piccole aggiunte.

Però avevo ancora in mente gli orecchini. Volevo trovare un modo. Ho capito subito che non potevo fare nulla di grande e in fondo, non ce ne era nemmeno bisogno. Mi sono messa a spulciare tutti i pezzi finchè ne ho trovati alcuni che con gli opportuni tagli potevano funzionare.

Fino a qui, ti ho raccontato il come, ma ti manca ancora il cosa. Cosa ne è venuto fuori?

In breve, una serie di ciondoli che ricordano i cristalli. A me fanno pensare ai fiocchi di neve, ai riflessi di ghiaccio.

Due collane, geometriche con una catena che riprende il motivo a raggiera. Tre paia di orecchini, di cui un paio a perno.

Alcuni pezzi di vetro erano tagliati, come ti ho detto sopra li ho dovuti sacrificare, e ho voluto rendere questo difetto una opportunità.

Li ho integrati con dei vetri colorati, non sempre riprendendo il disegno originale ma anche spostando il baricentro della figura. Lo so non si capisce, ma vedendoli sarà tutto più chiaro.

Ma prima voglio spiegarti cosa c’è dietro questa capsule collection.

In pratica dallo scorso autunno non presentavo una nuova collezione. Stavo lavorando a quella estiva quando sono stata travolta da una serie di eventi, tra cui uno è stato il lockdown. La situazione era completamente cambiata, io ero molto stanca e quella collezione non era adatta a quel momento, secondo me!

L’ho messa da parte (e per fortuna perchè ora posso migliorarla) e in realtà ho ragionato più sul valorizzare tutto quello che già era nello shop. Ed era tanta roba.

Questo pensiero evidentemente è entrato talmente tanto dentro di me, che da quel momento non ho fatto un acquisto uno che non fosse molto ragionato e legato ad una necessità.

Ogni singolo capo di abbigliamento o oggetto che ho aquistato da quel momento è stato preso dicendo “questo ti deve durare tanto, quindi sceglilo bene, di qualità perchè poi non potrai buttarlo a cuor leggero”.

Ho fatto modificare diverse cose che avevo nell’armadio e regalato o riciclato quello che potevo.

Questi gioielli si portano dietro tutto questo. Dovevano essere gioielli facili, semplici da abbinare in modo da poter essere usati il più possibile, per tanti stili diversi, donne diverse, outfit diversi.

Dovevano avere un costo contenuto, non economico, ma calcolato, ponderato. Per questo non ho creato design troppo elaborati, più pezzi ci sono in un gioiello più aumenta il tempo di lavorazione, più aumenta il prezzo.

Ho messo pochi accessori, gancetti e anellini sono minimal, perchè anche quelli contribuiscono alla realizzazione del prezzo finale.

Solo sulle collane (2 e basta) ho aggiunto delle catene in argento molto belle ed elaborate, ma perfettamente in stile.

Anche il momento in cui ho deciso di proporli ha senso con l’idea. Pur essendo adatti ad ogni stagione per via del colore trasparente, li ho lanciati in autunno, perchè secondo me rappresentano bene questa stagione.

Il prezzo contenuto (ricordati che sono interamente fatti a mano) è adatto a chi vuole fare dei regali di Natale etici, ecologici (perchè recuperano uno scarto), ma belli. Sappiamo che a Natale non si può sempre spendere tanto.

Inoltre per il design dei gioielli molto basico sarà facile regalarli a vari tipi di persona.

E quindi ho pensato che questo potesse aiutare negli acquisti anche quelle persone che talvolta devono scegliere tra la qualità e il prezzo.

Non solo, perchè tutte queste scelte hanno portato alla realizzazione di una collezione piccola ed interamente formata da pezzi unici. Ogni pezzo è diverso, pur avendo uno stile molto forte in comune se li sovrapponi saranno tutti diversi.

L’ultimo fattore di unicità lo darai tu, che lo indossi, perchè lo abbinerai al tuo stile, che è unico, e quindi interpreterai i miei gioielli a modo tuo.

Ti presento la collezione Kristall.

 

Se ora vuoi vederli meglio ed avere maggiori informazioni puoi andare nel mio shop e scegliere i tuoi preferiti, ti ricordo che sono pezzi unici e una volta andati non li ritroverai uguali.

 

Photo dei cristalli di neve by Osman Rana on Unsplash

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